IL "PERITESE" NEI CERTIFICATI DELL'AREA ITALIANA

IL “PERITESE” NEI CERTIFICATI DELL’AREA ITALIANA
Nella collezione dei francobolli dell’Area Italiana, uno dei principali protagonisti, soprattutto quando si tratta di esemplari di un certo valore economico e importanza, è il certificato di perizia.
Normalmente un certificato viene rilasciato da un esperto filatelico che ha dedicato tempo e denaro all’approfondimento dei dettagli, delle tirature, degli usi, delle tecniche di stampa relative ai francobolli da collezione; tempo perché diventare un esperto filatelico accreditato e universalmente riconosciuto richiede lo studio di una letteratura storico-filatelica di dimensioni elefantiache; denaro perché per poter riconoscere i francobolli da esaminare bisogna essere forniti della campionatura corretta e in originale, che ha costi non indifferenti.
Dal punto di vista del collezionista e appassionato è d’altronde importante la comprensione del testo, ovvero capire esattamente cosa il certificato scrive riguardo a quel francobollo.
Nello specifico, parlando di francobolli antiquariali, quindi riferendoci al periodo 1850/1900 circa, lo stato qualitativo del pezzo ne determina in modo decisivo il valore, e quindi conseguentemente il prezzo giusto a cui un eventuale acquisto può risultare conveniente.
Le diciture riguardanti un pezzo spesso cambiano a seconda di chi redige il certificato; in generale i primi periti filatelici usavano termini generici, del tipo “Nessun difetto occulto”, “originale ma difettoso”, “corto di margini ma privo di difetti occulti” eccetera.
In tempi più recenti si è iniziato ad utilizzare termini più tecnici, applicati però differentemente dai diversi periti.
In generale possiamo dire che:
- Un francobollo di bella qualità si può definire “Perfetto” (anche se il termine è un po’ abusato su esemplari con oltre 150 anni di vita). La dicitura significa che l’esemplare si presenta bene a vista, con margini bianchi sui quattro lati se trattasi di esemplari non dentellati e con dentellatura originale e completa se trattasi di francobolli perforati o dentellati; normalmente questi esemplari si devono presentare freschi e fior di stampa.
- Un francobollo di qualità modesta ma di bella / splendida presenza si può definire “in ottimo stato di conservazione”; generalmente questi esemplari presentano lievissimi e quasi impercettibili difetti, che non inficiano però il bell’aspetto dei medesimi.
- Un francobollo di bassa qualità ma presentabile si può definire “in buono stato di conservazione”; in linea di massima si tratta di francobolli di scarsa qualità che presentano assottigliamenti, trasparenze o fori di spillo, talora uno o due margini intaccati o, se dentellati, qualche dentello corto o fuori posto.
- Francobolli in condizioni peggiori e quindi di presenza comunque sgradevole sono definiti generalmente “difettosi”.
- Una categoria a parte, che la quasi totalità dei periti non firma neanche (ma certifica perché spesso hanno alti valori di catalogo) sono gli esemplari riparati; sono francobolli parzialmente o totalmente restaurati, quindi che hanno carta e almeno parte del disegno originale, ma poi completati con la ricostruzione di uno o più margini esterni o dentelli riallungati o riattaccati, aggiunta di carta per ricoprire una trasparenza o un assottigliamento, aggiunta di linguelle o colla per ricoprire degli strappetti o dei danneggiamenti della carta, aggiunta di inchiostro per ridisegnare con cura alcune parti del francobollo cancellate, scolorite o ricostruite eccetera.
Il prezzo di questi francobolli in rapporto alla qualità è ovviamente differente; spesso vengono presentati francobolli in buono o ottimo stato di conservazione come esemplari di bella qualità e i prezzi “promozionali” se riferiti alla “prima scelta” risultano però arrivati e a volte persino alti se riferiti alla qualità reale dei pezzi.
Per questo – tralasciando di discutere relativamente alle percentuali da applicare sul prezzo di catalogo per i singoli acquisti – è sempre opportuno leggere il certificato con grande attenzione per comprenderne il significato, e qualora sussistessero ancora dei dubbi, il suggerimento è di sottoporre una immagine del certificato al redattore medesimo per avere più chiarimenti possibili dallo stesso certificatore, in modo da poter effettuare il proprio acquisto nella maniera più sicura possibile.
Riguardo a francobolli che non presentano certificato, è sempre opportuna la visione diretta dei pezzi, perché la descrizione è sempre piuttosto generale e spesso, se non redatta da un filatelico attento e conoscitore del settore, piuttosto lacunosa se non addirittura errata; in assenza di un certificato (meglio se recente), è dunque improponibile affidarsi alla sola descrizione a meno che la sua stesura non sia affidata ad una persona di nostra espressa fiducia e conoscenza, cose che ci garantiscono quantomeno l’affidabilità di quanto da lui descritto.
La SPC s.a.s. tramite i contatti reperibili sul sito spcstamps.com è sempre disponibile a rispondere sui certificati emessi dal proprio esperto filatelico, in modo da agevolare il più possibile il collezionista nella scelta dei francobolli rari per le proprie collezioni con il miglior rapporto qualità – prezzo.
Fornisce inoltre diversi servizi tra cui l’assistenza presso le principali case d’asta italiane per l’esame dei francobolli o dei lotti potenzialmente interessanti per il collezionista oltre che la presenza in sala per l’acquisto su indicazione del medesimo.
Sono servizi professionali essenziali per tutelarsi da sorprese negative che possono poi sfociare in insoddisfazione o contenziosi, che arrecano danno all’intero ambiente filatelico e vanno con ogni mezzo prevenuti.
Back to blog

Leave a comment