Il vino dell’oste è sempre il più buono.....

 
Cari amici, il detto che fa da titolo a questa mia breve dissertazione solitamente è usato in accezione “negativa”. Tuttavia, siamo proprio certi che, talvolta, questo detto non possa nascondere un significato positivo?
Applicandolo alla filatelia, posso dire con certezza che alcuni “osti” decantano a ragion veduta il proprio vino. Mi spiego meglio.
La filatelia professionale con la “P” maiuscola, si basa soprattutto su tre fattori:
1) Competenza sulla materia.
2) Disponibilità di uno stock ampio e capillare.
3) Contatti con fornitori della massima serietà e altrettanta competenza.
A questo si deve ovviamente aggiungere una capacità di comprendere le esigenze del singolo collezionista e, quando possibile, soddisfarle anche a costo di piccoli sacrifici.
Analizziamo dunque i tre “Must” del filatelico professionista.
1) Competenza.
Comprende la conoscenza nel dettaglio del materiale trattato, sia in caso di proposte ad un cliente che in caso di esame per una perizia e sottintende la capacità (non scontata, anzi!) di argomentare e spiegare in modo chiaro e lineare gli oggetti offerti o esaminati.
Il cliente deve sempre sapere cosa sta comperando, la differenza che c’è tra i diversi settori filatelici e le diverse qualità e tipologie, la disponibilità che sul mercato si può trovare di quel materiale, e così via.
Il buon professionista deve quindi essere sì competente nella sua materia specifica, ma diventa un operatore a 360 gradi solo se è capace di trasmettere quella conoscenza, nella misura necessaria, al collezionista e cliente che avrà l’opportunità di crescere grazie ai suoi consigli.
D’altra parte il collezionista / cliente deve saper ricevere tali informazioni, elaborarle nel modo più consono alle sue collezioni, e per far questo deve confidare nella capacità e nella conoscenza dell’addetto ai lavori che ha di fronte. Se quindi da un lato l’operatore deve sapersi presentare, farsi conoscere per quello che vale e far capire al cliente la differenza che c’è tra un “buon vino” e un “vino scadente”, il collezionista deve imparare a distinguere tra gli “osti” che propinano il proprio vino per il migliore che esista (ma tante volte non ne conoscono neanche il gusto) e quelli che invece offrono il vino migliore e sanno cosa stanno offrendo, consapevoli che il tesoro più importante per loro non è il materiale che posseggono, ma la clientela potenziale che lo può acquistare.
2) Disponibilità
Certamente un operatore serio non può lavorare senza aver visto, toccato, esaminato, studiato una grande quantità di materiale relativo all’area della quale si occupa. E’ impensabile lavorare leggendo il valore di un oggetto su un catalogo e applicando una percentuale empirica di sconto a tale valore, considerandolo il limite per gli acquisti e per le vendite e non tarandolo a seconda dell’emissione considerata; un taglio uguale per tutto è segno di grande incompetenza.
A titolo esemplificativo, se vengono richieste delle serie o dei francobolli che sono sostanzialmente introvabili sul mercato, non si può pretendere di ottenere prezzi simili a quelli che si applicano per i francobolli che si trovano comunemente in qualunque asta online, catalogo cartaceo, negozio di filatelia.
La competenza sulla materia specifica, è cosa rara. Sono mosche bianche coloro che conoscono davvero la materia, che sono in grado di stimare il valore di una collezione in breve tempo, di comprendere le tipologie di annulli, gomme, dentellatura e quant’altro utile a poter offrire un servizio soddisfacente alla propria clientela.
Il materiale di stock ha quindi un’importanza non solo commerciale, ma anche sostanziale per la crescita dell’operatore e per la conoscenza diretta di quanto trattato. Avere un set di confronti (campionatura) di un certo livello anche sui pezzi più costosi è fondamentale per gettare le basi del proprio lavoro, se si vuole intraprendere una carriera sia commerciale che peritale in questo settore. Avere quindi come operatore di riferimento un professionista che notoriamente detiene uno stock importante e vario, che abbraccia tutta l’area italiana senza eccezioni, è già di per sé una garanzia imprescindibile.
3) Fornitori
Un operatore commerciale che si rispetti deve avere punti di riferimento d’eccellenza; ovvero deve saper ricercare il rifornimento delle proprie scorte non solo nelle aste pubbliche, dove certamente si possono trovare i migliori affari se si ha la competenza sufficiente a scovarli, ma anche da chi ne sa più di lui. Come diceva Bud Spencer in uno dei suoi esilaranti film, nella vita esiste sempre uno più forte (nel nostro caso: più in gamba, con più conoscenza) di noi; e questo vale sempre per tutti.
Anche la scelta del fornitore quindi è fondamentale, perché arricchisce cultura, conoscenza, memoria storica dell’operatore commerciale, lo rende custode ed erede di retaggi che non sono recepibili dalla sola letteratura filatelica, ma provengono da chi li ha vissuti in prima persona e li racconta proprio attraverso i francobolli.
Ecco, la fortuna di un operatore professionale è anche questa, poter raccogliere l’eredità di parte della Storia della Filatelia Italiana da persone che la hanno scritta, sviluppando una conoscenza che, accresciuta dalle potenzialità già presenti e dalla grande passione per il settore in cui opera, diventa un bene da condividere e da diffondere.
Una fortuna che sarà quindi a disposizione dei collezionisti, dei clienti, degli altri operatori commerciali, e che fungerà da trampolino di lancio per operazioni di grande rilievo che non saranno esclusivamente finalizzate al mero commercio dei francobolli, ma anche alla rivalutazione e al rilancio del settore intero, tramite la valorizzazione dei suoi capisaldi e delle sue eccellenze.
E allora, tornando al nostro titolo, è pur vero che non tutti gli “osti” sono uguali, ma talvolta può capitare che un “oste” promuova il suo vino come eccellente conoscendone bene non solo il sapore, ma anche la genesi, il lavoro che dietro esso si cela, la fatica e l’amore con cui esso è stato prodotto.
E’ forse questo il caso in cui il detto non è poi così negativo; al collezionista, al cliente, all’operatore commerciale, all’appassionato il compito di saper distinguere il buon vino da quello meno buono, la verità dalla menzogna, la conoscenza dall’ignoranza e la sapienza dalla presunzione.
Perché è pur vero districarsi nei labirinti della filatelia classica e moderna è difficile, ma così come non si può fare di tutta un’erba un fascio è lecito pensare che tra tanti “osti” che decantano vini buoni, qualcuno che sa cosa offre ci sia, e sta solo a noi saperlo distinguere tra le tante sirene, trovando poi il coraggio di offrirgli la nostra fiducia e goderci più serenamente e senza patemi d’animo quella che è la nostra comune passione: la vera Filatelia.
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